Il Momento – 25 novembre
Alcuni uomini nascono per distruggere. Non sappiamo il perché loro ne traggano godimento, ma un fatto è lampante: amano vederti soffrire. Più ti insultano, più il loro ego si ingigantisce. Ma è solo un pallone gonfiato. Si sfogano, riempiendoti di insulti, facendoti credere (e ci riescono, ci riescono benissimo) che non vali niente, che sei scema, sei cretina, sei stupida, che non meriti. Non meriti nulla… anzi no, meriti il peggio.
E allora a te non resta che sentire e sopportate tutto quello schifo che ti vomitano addosso, un peso enorme che punta aghi sul cuore. E senti come se ti esplodesse, quel cuore, chiedendoti perché ti ha trattato così male. E non servono a niente nemmeno le lacrime. Ti chiedi che cosa puoi avergli fatto, che cosa puoi aver detto per farlo scattare così, e allora cerchi di stare più attenta la prossima volta a non scatenare la sua ira, perché sicuramente una colpa tu ce l’hai in tutto questo. Ce la devi avere per forza, no? Dici: “Lui è fatto così”. E allora pensi che tu puoi ancora salvarlo, ce la puoi fare davvero, sei l’unica, la sola ad amarlo, a capirlo e a poterlo salvare.
Però va sempre peggio, o meglio: non cambia niente.
Gli aghi sul cuore non li senti neanche più: ti ci sei abituata. È lenta ma inesorabile, l’assuefazione.
Ma la verità, e in fondo lo sai bene, è che sopra quel mare immenso di bugie che ti sei creata, lui non è salvabile. Non si farà aiutare. Lui non si salverà finché ci sarai tu a credere di poterlo salvare.
Perché ognuno si deve salvare da solo.
E per salvarsi, bisogna ammettere che c’è un problema.
E lui non lo ammette.
Però tu sì. Tu puoi farlo.
Perché il punto qui non è lui. Non lo è mai stato. Il punto sei tu.
Perché per quanto lui si sforzi di fartelo credere, udite udite, tu non sei scema. Tu non sei cretina, tu non sei stupida. Tu non sei una nullità, non meriti il peggio. Smettila di giustificarlo, smettila adesso.
Per quanto questo povero piccolo uomo si sforzi di distruggere, tu sai creare.
Dicono abbiamo l’invidia del pene, io credo che in fondo ci sia una grande invidia di questa forza immensa creatrice che solo noi donne abbiamo.
Perché la donna è creatrice, anche se non ha figli: non solo dà la vita, ma è vita, è trasformazione, la crea attorno a sé, tutti i giorni, anche con poco, anche con niente.
Questa vita che sei in grado di far fiorire attorno a te però lui ama annientarla. Lo capisci vero? La senti quella vocina in fondo che te lo sussurra, giusto?
E adesso ti dirò un’altra cosa: se non sei tu a salvarti da sola, nessuno potrà farlo.
Chiunque cerchi di annientare la tua luce, chiunque cerchi di soffocarla, chiunque ti ferisca gratuitamente con scatti d’ira inspiegabili e imperdonabili (e no, non ne hai nessuna colpa), non merita niente.
Parlane con chi credi: l’amica, il giornalaio, la signora che porta il cane al parco. Ma parlane. Parlane con chi ha orecchi per ascoltarti, ma parlane. Parlane con uno psicologo, una psicologa, chiama in Comune, inventa una scusa qualsiasi se non ce la fai ad affrontarlo, va tutto bene anche così, ma fai qualcosa per te. O allontanati.
Allontanalo, non importa come, ma mettiti in salvo.
Alla larga, ragazza; non pensi sia arrivato il momento di smetterla di nuotare nel fango? Domandatelo: perché se non vuoi uscirne tu per prima, nessuno lo farà mai al posto tuo.
E quando uscirai da quella pozza infame, quando ti ripulirai i vestiti e si margineranno le ferite, quando riuscirai ad alzare di nuovo la testa e a guardare il mondo fuori da quelle mura maledette, allora ti accorgerai di tutta la bellezza che semini e fai germinare attorno a te e quella splendida luce che sai emanare ed espandere.
Allora riuscirai a splendere come mai prima.
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