Educare

Educare [dal vocabolario = «trarre fuori, allevare», «trarre, condurre»]. In generale, promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche, e delle qualità morali di una persona, spec. di giovane età.

Oggi sono tornata a scuola.
Non era la mia, anche se le scuole si somigliano un po’ tutte. Soprattutto le medie, chissà perché.

Aula Magna dell’Istituto Comprensivo di San Bonifacio (Verona).
L’idea delle professoresse era parlare a una classe composta da ragazzini di dodici anni e spiegare come si scrive un libro.

Avevo una paura pazzesca di trovare una classe distratta e chiassosa, poco interessata alla materia.
Invece mi sono trovata davanti a studenti con gli occhi sgranati e un sacco di domande, pieni di entusiasmo, energia e che la scrittura la amano davvero.

E così, come per magia, è successo che abbiamo sì parlato di come si inizia a scrivere, ma anche di molto altro.

A cominciare da qual è il prezzo da pagare a quell’età e negli anni seguenti per restare fedeli a sé stessi. Il prezzo è alto, ricordo bene che cosa si prova a essere diversi, ma poi arriva il giorno che quel prezzo l’hai pagato volentieri. Perché se anche non sei popolare, restando fedele a te stesso/stessa non scendi a patti con nessuno, non ci sono compromessi. Al termine della “lezione” si sono precipitati con i loro quaderni e foglietti di carta per chiedermi l’autografo (il che mi fa ancora strano); c’era chi ha fatto uno schizzo, un mio piccolo ritratto, un disegno. Volevo fotografarlo, ma la campanella ormai era suonata. Peccato.
C’è stato un momento bellissimo però, ed è stato quando mi hanno chiesto “vuole diventare la nostra prof?“: mi stavo letteralmente sciogliendo. Non ci penserei due volte a dire di sì.
Mi hanno stordito con la loro bellezza.

Mentre firmavo autografi con una scrittura pessima e cercavo di scrivere dediche sensate, mi sono vista arrivare un gruppetto  con un mazzo di fiori: non ho resistito, ho voluto un abbraccio collettivo. Mi si sono catapultati tutti addosso, in massa. Uno di loro che più o meno mi arriva alle spalle mi ha quasi stritolato. Una sensazione stupenda.

Auguro a tutti i “miei ragazzi” per un giorno  (o più precisamente qualche ora) di diventare il meglio che desiderano essere. Ma soprattutto di avere la forza e il coraggio di restare fedeli a loro stessi. Qualsiasi cosa accada.

(L’incredibile è che sento di non essere io ad aver “educato” loro, ma loro ad aver educato me – nel senso di “trarre”, “condurre”. È vero, io dato loro esperienza e informazioni, ma loro a me hanno dato qualcosa di più prezioso.  Un’ondata di energia e freschezza di cui avevo un bisogno estremo, e che, in qualche misterioso modo, ha rimesso in bolla il mio baricentro).

Grazie <3

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