Una stanza piena di silenzio
È da un po’ che soffro di mal di schiena. Un dolore non acuto ma diffuso, una contrazione muscolare, come se avessi uno zaino sulle spalle troppo pesante per troppe ore al giorno. È fastidioso. Ho provato massaggi e rimedi vari ma non sono serviti un granché.
Poi, anche per altre cose, ho deciso di fare yoga (quando dico altre cose, parlo di questa frenesia e concentrazione, un po’ di sana ansia e preoccupazione che non mi lasciano mai davvero).
È successo che mi sono trovata in una stanza piena di silenzio.
Io non lo so se voi ci fate mai caso, di quanto rumore c’è per niente e di quanto a volte basta solo un po’ di silenzio.
Non mi capitava da tanto, di fare silenzio.
Ed è come trovare un po’ il baricentro.
È stata “solo” un’ora. Un’ora tutta per me.
(E sì, mi è passato anche il mal di schiena).
Credo che questo mondo sia un po’ il contrario di quello che ci serve. Calma, tranquillità, resilienza, umiltà e speranza.
Non so perché, ma in quell’ora tutta per me, in mezzo a quella stanza piena di silenzio, ho avuto come l’impressione che in questo nostro tempo c’è troppo di tutto.
Penso a quanta insoddisfazione ci assale e andiamo a cercare la soddisfazione (non la felicità, proprio la soddisfazione) fuori di noi, anziché dentro. Cercando di agghindare quello che abbiamo intorno per renderlo migliore. Andiamo a comprala, la soddisfazione, magari con un po’ di shopping on line. Ma è una soddisfazione effimera perché in realtà ci rende felici per poco, fino al prossimo acquisto.
Mi è venuta invece una gran voglia di togliere, togliere, togliere. Di fare spazio nell’armadio, di avere il coraggio di non tenere più le cose che non metto, di liberarmi di un po’ di zavorra e di conservare solo ciò che mi fa stare bene.
Quello è stato un bel momento, perché a me sembrava di avere tutto quello che mi bastava per essere felice, per essere soddisfatta.
Un’ora, una stanza, il silenzio, me stessa.
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