Un piccolo capolavoro chiamato LOVAT
Arrivi alla Lovat di Villorba (Treviso) e subito hai l’impressione di essere davanti a un monumento della lettura. Scaffali e corridoi di libri. Poi a un certo punto, lì davanti, c’è lei, La prima ora del giorno.
Il librino ne ha fatta di strada. È arrivato fin qui. Chissà chi lo leggerà e soprattutto chissà cosa darà a queste persone.
Oggi ne ho conosciute di nuove. Persone eccezionali che hanno fatto del loro mestiere un’opera d’arte di straordinaria bellezza (Carlotta Borghi & tutto il team della Lovat, per esempio…)
E poi i lettori, alcuni reticenti e poi attratti dalla storia del libro (come L.). È una cosa bellissima, quando ascoltano da lontano, e poi li trovi lì, rapiti da quel pezzo di Rodi che non conoscevano.
C’era anche V. che la Grecia degli anni della guerra la conosce bene, perché era lì che ha combattuto il papà: per un soffio si è salvato durante una parata che si è rivelata una trappola. E sembrava quasi morto, in mezzo agli altri cadaveri, ma morto non era. Roba da scriverci un altro libro.
Tra gli altri futuri lettori stasera a Villorba c’era anche lei, T. Ancora non lo sa, ma ha qualcosa di più in comune con questa storia de La prima ora del giorno. Mi ha detto che le serve tempo per leggerlo, e che non sa se ci riuscirà. Ma niente accade per caso, e se c’è un motivo, forse è proprio lì, dentro quelle pagine, che aspetta solo di venire alla luce dall’oscurità di una memoria troppo dolorosa.
Insomma, stasera a Villorba c’era tutto quello che serviva. Ah, e abbiamo inaugurato una serie, quella degli Aperilibri.
In attesa che Ilenia/Iris si ristabilisca ringrazio tutti coloro che hanno fatto di questa serata una prima ora del giorno. Ma soprattutto, un piccolo, prezioso capolavoro.
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