Gifted, a Padova si coltivano i talenti precoci
Li chiamano gifted. Sono bambini plusdotati, dall’intelligenza precoce. Tecnicamente di loro si dice bambini “dall’alto potenziale cognitivo”. Le loro abilità cognitive emergono fin dai primi anni di vita. E no, non hanno a che fare con lo stuolo di nonne e genitori che pensano che i loro figli siano dei geni a prescindere.
Proprio come nel film Gifted – Il dono del talento, diretto da Marc Webb, con Chris Evans e Mckenna Grace al cinema con 20th Century Fox.
Il film racconta la storia della piccola Mary Adler, che cresce sotto le cure non convenzionali dello zio Frank, fratello della madre deceduta quando la bambina era ancora in fasce. A sette anni compiuti, Mary dimostra però di possedere un talento naturale per i numeri e la matematica, risolvendo da sola equazioni complesse di livello avanzato e destando l’interesse di preside e insegnanti. Mentre la nonna la porta nel moderno Massachusetts, in un ambiente accademico e con un team di insegnanti specializzati a disposizione, lo zio Frank resta fedele alla promessa fatta alla sorella prima che morisse: garantire a sua figlia un’infanzia serena e spensierata. Due mondi diversi che si scontreranno nella battaglia legale per l’affido.
I gifted esistono e sono il 2,28% della popolazione scolastica totale. Lo dice uno studio del gruppo di ricerca dell’Unità di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Università di Padova. Qui per i piccoli ad alto potenziale cognitivo è dedicato Education to Talent, un progetto innovativo che ha come scopo quello di costituire una rete di formazione e sostegno rivolta non solo agli alunni individuati come dotati di talento della scuola di primo grado, ma anche alle famiglie e, soprattutto, agli insegnanti. Il corso Education to Talent ha tra i partner l’Università di Padova, Fondazione Cpv, Ulss di Padova, l’associazione scientifica Gate ed è possibile grazie al finanziamento della Regione Veneto. Fino ad oggi sono stati selezionati e seguiti oltre 180 bambini in cinque anni. Senza contare le famiglie e gli insegnanti della scuola veneta, formati per cogliere le peculiarità degli alunni ad alto potenziale.
“È necessario che da un punto di vista educativo si capisca cosa s’intende per caratteristiche ad alto potenziale: non è il genio, non è il bambino un po’ strano. Non sono queste le caratteristiche dei gifted” chiarisce la professoressa Daniela Lucangeli, professoressa ordinaria di Psicologia dello sviluppo all’Università di Padova all’interno del progetto Education to Talent. “Una delle cose che ci hanno sorpreso è che moltissimi bambini ad alto potenziale non sono identificati dal loro insegnante: le qualità alla base delle caratteristiche vanno quindi capite”.
Quali sono le caratteristiche dei gifted?
La letteratura scientifica descrive diverse tipologie e quelle riconoscibili hanno due condizioni. Ci sono i bambini con dei talenti speciali in alcuni settori precisi, come matematica, musica o arte: hanno dei profili che si chiamano disomogenei ed eccellono solo in alcune materie. Questi bambini sono facilmente identificabili perché eccellono in una materia. Un altro profilo è quello del bambino che eccelle in tutto, ma questi gifted sono molto rari.
Mentre un terzo profilo è quello del bambino che da un lato è intelligente, ma dall’altro instabile emotivamente. Sono i bimbi che si annoiano, tendono a disturbare e a non essere mai soddisfatti, sono difficili da inserire nelle attività e non si trovano a proprio agio in classe.
Ecco, queste tre tipologie sono identificate abbastanza bene attraverso gli insegnanti, attraverso la scuola. C’è ancora difficoltà a riconoscere altre intelligenze divergenti, strategiche, quei bambini che faticano a ripetere le prestazioni allo stesso modo. Noi siamo qui anche per questo, per aiutare insegnanti ad accorgersi quando i bambini ad alto potenziale sono sotto i loro occhi.
E i genitori cosa devono fare (o non fare) se hanno un figlio gifted?
I genitori devono tenere come indicazione questa: per far crescere bene i propri figli non c’è da esasperare solo le qualità dominanti – e utilizzo non a caso questo verbo -, bensì devono cercare di armonizzarne lo sviluppo. I bambini devono avere la possibilità di manifestare le loro qualità senza esasperazione, altrimenti non creiamo una sistema educativo, ma uno squilibrio del meccanismo. La famiglia deve rispettare la qualità manifestata dal bambino, ma deve anche integrarlo in un sistema armonico.
Una raccomandazione ai genitori: fate molta attenzione all’aspetto emotivo.
Quanti anni hanno i gifted seguiti all’Università di Padova?
Sono bambini in età scolare, proprio perché avendo formato insegnanti del ciclo scolastico primario, sono loro a identificare i bambini di quell’età. Stiamo tentando però di identificare i gifted più precocemente, a partire quindi anche dalla scuola dell’infanzia, anche consigliando ai genitori di osservare lo sviluppo del bambino: la rapidità nello sviluppo di alcune funzioni è importantissima, come lo sono anche le qualità divergenti, cioè una modalità differente molto dominante nell’agire diversamente rispetto agli altri figli. La qualità divergente nel bambino è facilmente identificabile anche nelle tipologie di gioco: per differenziare gli atti potenzialmente derivanti da disturbi, come la Sindrome di Asperger, basta osservare la ripetitività o meno nel giocare. I gifted continueranno a differenziare la modalità di gioco, mentre gli Asperger no, saranno sempre ripetitivi.
Anna Martellato © copyright, all rights reserved